Storico riconoscimento per la Piadina e la piada romagnola che ha ottenuto, dopo un anno e mezzo di attesa, la registrazione come Indicazione Geografica Protetta (IGP) sulla Gazzetta ufficiale e che ha raggiunto il numero 40 delle specialità della regione tutelate dall’Ue, diventando così, la regione con il più alto numero di produzioni agroalimentari a qualità certificata del made in Italy.

Una leggera sfoglia a base di farina di frumento, strutto oppure olio extravergine di oliva, sale, acqua e lievito, mette d’accordo giovani e vecchi che presto potrà essere prodotta esclusivamente tra le province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna e alcuni comuni dell’Imolese.

In questa intera area vengono sfornate oltre mezzo miliardo di piadine ogni anno per un business di un centinaio di milioni di commercializzazione, cui si aggiunge un’altra trentina di milioni realizzata nei chioschi che si trovano lungo la costa da Cesenatico a Ravenna.

La richiesta di registrazione della piadina Igp risale al novembre 2012 e dopo due integrazioni di documenti nel corso del 2013, per precisale alcune zone non rientranti nell’area di produzione e alcune caratteristiche aggiuntive di lavorazione e confezionamento ,la proposta del bollino Ue è passata.

L’idea è nata dalla volontà di tutelare la storia, le tradizioni, il territorio, i sapori di un prodotto unico e caratteristico della nostra terra di Romagna e che ci apre ora la strada dei mercati internazionali, fermi finora a pochi punti percentuali di fatturato.

Due sono le piadine tutelate: quella romagnola, più piccola e più spessa genericamente sotto ai 15 centimetri di diametro e dai 3 agli 8 millimetri di spessore, prodotta e consumata quasi esclusivamente nei chioschi della riviera; la piadina di Rimini larga e sottile, con un diametro che può variare tra i 22 e i 35 centimetri e uno spessore massimo di 3 millimetri, che vale il 99% dei volumi venduti.

Su Tippest puoi trovare continuamente offerte di piadine o crescioni in ogni provincia della romagna e finalmente, tra non molto, fuori dalla Romagna nessuno potrà più usurpare il nome di questo prodotto unico.